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sabato 8 febbraio 2014

Recensione: Outlast

I possessori di PC probabilmente già lo conoscono, sopratutto gli appassionati del genere survival horror, è uno dei giochi più spaventosi degli ultimi tempi, stiamo parlando di Outlast.

A distanza di qualche mese dall'uscita sulla piattaforma Steam, questo titolo approda anche nelle console nex-gen, e nel caso specifico sulla PlayStation 4. Il gioco, sviluppato da Red Barrels, è uscito il 5 febbraio 2014 in forma gratuita per i possessori di un abbonamento PlayStation Plus.

La storia ci vede nei panni di un giornalista di nome Miles Upshur, il quale dovrà investigare su delle attività sospette all'interno del manicomio Mount Massive Asylum. Ma ben presto il protagonista si troverà faccia a faccia con gli orrori di questo luogo, infatti, sarà bloccato all'interno dell'istituto, con i pazienti mostruosamente deformi e folli che cercheranno di ucciderlo.

La caratteristica principale di Outlast è che Miles non combatterà, l'unica cosa che potrà fare sarà semplicemente (si fa per dire) sopravvivere, nascondendosi dietro ogni appiglio (una colonna di cemento, un armadio, sotto il letto, ecc.) senza farsi scoprire mentre cerca una via di fuga. L'unica cosa che ha in dotazione più vicino ad un'arma, è la sua videocamera, infatti, nelle sezioni buie la si può usare con la visione a infrarossi e nel caso riprenda degli eventi importanti, si aggiornerà il diario degli appunti, importante nello sviluppo della trama. In questi angusti, buii e claustrofobici luoghi si potranno raccogliere delle pile per la videocamera, si, perché la visione notturna consumerà anche le batterie, che dovranno essere periodicamente sostituite, e per ultimo si troveranno anche dei documenti sparsi, i quali faranno chiarezza sugli agghiaccianti esperimenti avvenuti nel manicomio. Non ci sono invece oggetti curativi; quando si viene colpiti l'unica cosa che si può fare è scappare a gambe levate e magari nascondersi sperando di seminare i pazienti, in tal modo l'energia si recupera lentamente.

Questo titolo graficamente non brilla, ma è gradevole, gira a 60 fps ad una risoluzione di 1080p, mentre il comparto sonoro è ottimo, enfatizza molto bene i momenti di tensione. L'interattività dell'ambiente è un po' limitata, a parte nascondersi e aprire/chiudere porte non è che si possa fare molto.

Durante il gioco si prova sempre quel senso di paura di essere scoperti, si avverte quell'insicurezza di non sapere cosa c'è dietro quella porta, chi si nasconde dietro l'angolo o cosa si cela dentro quella stanza, in pratica, Outlast mette paura, almeno all'inizio. Si, perché alla lunga le meccaniche di gioco diventano abbastanza ripetitive e quindi le sensazioni iniziali potrebbero scemare un po'.

Ad ogni modo ci troviamo di fronte ad un ottimo titolo, praticamente quasi identico alla versione per PC, ed è altamente consigliato per chi non l'aveva provato prima, sopratutto perché si tratta di un survival horror puro per PlayStation 4, che porta una ventata d'aria fresca ad una console con pochi titoli disponibili.

giovedì 6 febbraio 2014

Recensione: Resogun

Questa volta volevo parlarvi di un gioco arcade esclusivo per PlayStation 4, di nome Resogun.

Sviluppato dalla Housemarque, lo stesso che pubblicò Super Stardust HD per PS3, questo titolo, uscito al lancio della nuova console Sony (novembre 2013), ha la particolarità di essere gratuito per tutti i possessori dell'abbonamento PlayStation Plus, necessario se vogliono giocare online su PlayStation 4 (un po' come accade da tempo per Xbox Live).

Resogun si presenta in prospettiva come un classico gioco arcade a scorrimento laterale, anche se l'area è a tre dimensioni, e ricorda vagamente un cilindro.

Nella modalità arcade avremo 5 livelli, sempre più difficili e zeppi di alieni, con i loro relativi boss.

Lo scopo della navicella che controlleremo sarà, sia distruggere gli oggetti volanti nemici, che quello di salvare più umani possibili, portandoli in delle navicelle apposite.

Come in ogni classico sparatutto a scorrimento che si rispetti non poteva mancare il punteggio, che ha una particolarità; gradualmente mentre si fanno fuori i nemici nei vari livelli, salirà il moltiplicatore, ma se si resta troppo tempo senza affrontare gli avversari, inevitabilmente si azzera, costringendo il giocatore a ripetere la scalata.

Durante la partita si possono raccogliere power-up e potenziamenti vari, che aiutano il giocatore mano a mano che il livello di difficoltà cresce.

La grafica è uno spettacolo, gira a 1080p in modo fluido ed è un tripudio di luci, effetti, colori e particelle di elementi distrutti.

Il comparto sonoro è ben azzeccato col gioco e la musica di sottofondo non stanca.

Anche il multiplayer online è ben strutturato; è possibile giocare tutti i livelli in cooperativa con un altro utente.

Concludendo si può dire che l'unica pecca di Resogun è la scarsità dei contenuti, infatti per completare il gioco basteranno poche ore, che però, visto l'ottimo l'online e l'elevata rigiocabilità, lo rendono tutto sommato un titolo godibile.